Eurobarometro del Parlamento Europeo sull’Unione Europea


Nel marzo 2017 il Parlamento Europeo ha commissionato un Eurobarometro da svolgere tra i cittadini dell’Unione Europea, cioè un sondaggio in cui si chiedeva la loro opinione sullo stato dell’Unione Europea, in vista delle prossime elezioni europee del 2019. I risultati sono stati pubblicati giovedì 4 maggio e appaiono molto interessanti.

Innanzitutto, per la prima volta dalla crisi scoppiata nel 2007-2008, c’è stata una inversione di tendenza sull’appartenenza all’Unione europea. Infatti essere membri dell’Unione è reputata una cosa positiva dal 57% dei cittadini europei, la percentuale più alta proprio dallo scoppio della crisi. Simili i dati sull’attaccamento all’Unione europea, con il 56% degli intervistati che ha risposto positivamente. I risultati, comunque, differiscono nettamente nei vari Stati membri; ad esempio, in Croazia, Grecia, Italia e Repubblica Ceca emerge un dato minore dei favorevoli nei confronti dell’Unione.

Per quanto concerne gli elementi identificativi della cittadinanza europea, molti degli intervistati hanno affermato che per rafforzarla sarebbe necessario creare un sistema di welfare armonizzato, nonché valorizzare maggiormente democrazia e libertà. Infatti solo il 43% dei cittadini si reputa soddisfatto dello stato della democrazia nell’Unione. Non è invece molto rilevante il ruolo svolto dalla moneta unica, l’Euro, secondo gli intervistati. Rispetto ai precedenti sondaggi, si nota anche che è cresciuta la percentuale (seppure ancora non molto elevata) dei cittadini europei che afferma di essere ascoltato a livello europeo, arrivata al 43%.

Per molti cittadini, inoltre, è importante che l’Unione europea dia risposte comuni ai problemi di geopolitica globale, a partire dalla situazione russa fino alla questione Brexit. Una risposta comune è reputata più auspicabile ed efficace rispetto ad un intervento diverso per ogni Stato membro. Secondo gli intervistati, le questioni principali che l’Unione europea deve affrontare sono il terrorismo, i problemi della disoccupazione, la protezione dell’ambiente e la lotta all’evasione fiscale. Un’altra questione rilevante riguarda le disuguaglianze sociali tra classi: una grossa fetta degli intervistati reputa che siano significative ed elevate. In aggiunta, circa un terzo degli intervistati è pessimista sulla possibilità di lasciarsi la crisi economica alle spalle.

Facendo un focus specifico sull’Italia, in primo luogo si può notare che l’attaccamento all’Unione (pur in netta crescita rispetto allo scorso anno) si ferma al 48%, dato inferiore alla media europea. In secondo luogo, minore rispetto alla media europea è anche la percentuale dei cittadini europei che si sentono ascoltati a livello europeo, cioè il 36% (dato, comunque, in crescita rispetto al precedente sondaggio). Infine, le questioni che secondo la maggior parte degli italiani dovrebbero essere affrontate a livello europeo riguardano soprattutto la migrazione e la politica di sicurezza e difesa, ma anche politica economica, agricoltura e politica industriale.

Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, che ha commentato questo Eurobarometro, ha dichiarato che i risultati sono incoraggianti e che emerge la voglia dei cittadini europei di dare una risposta comune ed unica ai problemi globali che si affrontano. Aggiunge che sarà compito dei politici europei accrescere la fiducia dei cittadini, mostrare la validità delle decisioni prese e del lavoro quotidiano svolto, convincendoli così che l’Europa migliora la qualità delle loro vite.

In conclusione, dall’Eurobarometro emergono dei risultati positivi rispetto agli anni precedenti. I cittadini si sentono più vicini all’Unione europea e più consapevoli dei risultati raggiunti e delle politiche conseguite. Certamente, però, è ancora necessario lavorare tanto, affinché cresca la percentuale dei cittadini positivi nei confronti della stessa Unione, specialmente intervenendo negli Stati dove i cittadini sono più scettici. Resta aperta, inoltre, la questione relativa alla necessità di avere un’Europa a più velocità, che sarebbe utile, secondo la metà degli intervistati. Inoltre, è importante tenere conto delle opinioni che sostengono che l’Unione europea stia assumendo una direzione sbagliata (con riferimento, in particolare, alle disuguaglianze, alla crisi economica e ad alcune politiche, quale quella agricola). Infine, appare necessario intervenire in modo forte  sullo stato della democrazia, che va rafforzato sia dal punto di vista della consapevolezza dei cittadini europei sui loro diritti democratici, che come funzionamento della stessa Unione.